LA SEQUENZA DI PASQUA: Victimae paschalis laudes
La sequenza, cantata tradizionalmente prima del Vangelo nella solennità di Pasqua, è qui eseguita con melodia gregoriana
La sequenza Victimae paschali laudes è tra le più note del repertorio liturgico, poiché appartiene al gruppo di sole quattro sequenze conservate nel Missale di Pio V del 1570 (assieme a Lauda Sion salvatorem, Veni sancte Spiritus e Dies irae) e ancora ufficialmente in uso nella liturgia cattolica attuale per la Messa della domenica di Pasqua e per la domenica successiva.
La composizione, ritenuta dell’XI secolo, viene generalmente attribuita al monaco Wippone, cappellano dell’imperatore Corrado II, ma è stata anche attribuita ad altri, quali l’abate Notker Balbulus, Roberto II di Francia detto il Pio, il compositore di inni latini Adamo di San Vittore.
Il testo ricorda il fatto straordinario della resurrezione di Cristo, e coinvolge in prima persona una testimone di quel fatto: Maria di Magdala che, secondo il racconto evangelico di Giovanni, ebbe il privilegio di incontrare per prima il risorto.
Beato Angelico, Noli me tangere, fa parte di un ciclo pittorico datato intorno al 1440, nel convento fiorentino di San Marco.
Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?».
Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto (Gv 20,11-18).
“Victimae paschali laudes” nell’esecuzione di Isabella Costelloe–Riello Pera, corista della parrocchia di Gaiarine
Testo liturgico italiano:
Alla vittima pasquale si innalzi il sacrificio di lode,
l’Agnello ha redento il gregge, Cristo l’innocente ha riconciliato i peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo.
Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via?
La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto;
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti;
Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea.
Siamo certi che Cristo è veramente risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
Amen. Alleluia
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