Parrocchia di Gaiarine
La parrocchia di Gaiarine è dedicata a San Tomaso Beckett, vescovo di Canterbury, assassinato nel 1170 e canonizzato tre anni dopo. La nascita della chiesa va quindi posta dopo questa data, probabilmente nella forma di una cappella sottoposta alla Pieve di Francenigo.
Agli inizi del Trecento, la chiesa era affidata ad un rettore, che assommava anche il beneficio di un’altra cappella, quella di San Zaccaria (le due dediche vennero poi fuse insieme nel 1456, poco dopo la consacrazione della chiesa che avviene nel 1443)
Una nuova chiesa venne costruita nel 1559; all’atto della sua consacrazione, la chiesa si rese autonoma dalla pieve di Francenigo e sorse così una nuova parrocchia.
L’edificio, costruito fra il 1547 e il 1559, era a una sola navata, orientato in senso opposto all’attuale, ed era circondato dal cimitero. Il campanile sorgeva nel mezzo della facciata principale. La chiesa non subì interventi di rilievo sino al 1927, quando venne rovesciato l’orientamento e furono costruiti il coro e la cupola in rame con strutture in legno. Il campanile, ridotto in pessime condizioni durante l’Ottocento, era già stato ricostruito in forme neogotiche tra il 1900 e il 1905.
Il restauro
Sia la chiesa che il campanile sono stati recentemente completamenti restaurati in due distinti momenti: un primo intervento, eseguito dal Gennaio 2002 all’aprile 2004, è relativo al restauro degli interni ed esterni della chiesa con la sola esclusione della copertura della cupola della chiesa e il restauro del campanile che sono stati eseguiti nel 2009.
Il primo intervento ha riportato in luce, sulle pareti e sul soffitto della navata settecentesca il bellissimo marmorino antico che è stato restaurato con i colori e i toni originali per riproporre i colori e la luminosità originaria.
Nella zona novecentesca sono state riaperte le quattro finestre poste sul tamburo sotto la cupola tamponate successivamente l’edificazione.
Il restauro ha anche interessato il completamento della pavimentazione in marmo con ripresa del motivo decorativo esistente nella navata, la pittura delle pareti e della volta con gli stessi colori e tonalità scoperti nella navata.
L’intervento ha ricompreso anche il completo rifacimento dell’impianto elettrico e dell’impianto di riscaldamento.
Con il primo stralcio dei lavori si sono analizzate e consolidate le strutture dei tetti e del soffitto della navata mediante il rinforzo, il consolidamento e la sostituzione degli elementi strutturali ammalorati.
Il controllo delle teste e degli elementi lignei che compongono le capriate ha evidenziato il grave stato di degrado in cui versava la struttura.
Si è quindi immediatamente proceduto alla sostituzione degli elementi lignei marcescenti, alla sostituzione di quelli non compatibili per sezione resistente, alla ricostruzione delle teste con resina di tipo beton-epossidico rinforzata con barre di vetroresina.
Si è poi proceduto alla pulitura delle pareti esterne, delle balaustre e della cupola in rame e successivamente al consolidamento degli intonaci e dipintura delle facciate con prodotti a base di calce e terre naturali.
Quest’ultimo intervento consiste in una velatura degli intonaci per le pareti della navata, del transetto e dell’abside e in un rivestimento a intonachino per le cappelle per salvare la leggibilità della tessitura del paramento murario.
Di grande importanza è la realizzazione dell’adeguamento liturgico della zona presbiteriale, unico compiuto esempio nella diocesi di Vittorio Veneto.
È stato realizzato un nuovo spazio per l’altare al fine di adeguare lo spazio del celebrante alla nuova liturgia e per relazionarlo con lo spazio ed i percorsi della chiesa.
La scelta dell’ubicazione dell’altare in asse con la cupola mira infatti a raggiungere il duplice scopo di avvicinare il celebrante all’assemblea e accentuare il senso di solenne sacralità del presbiterio, in ottemperanza ai criteri della nuova liturgia indicati dal Concilio Vaticano II.
Il disegno del nuovo presbiterio è improntato ad una assoluta semplicità: lo spazio tra le colonne è stato prolungato per disporre il nuovo altare al centro, sotto l’asse della cupola e l’ambone in posizione più arretrata. L’eloquenza espressiva degli oggetti di arredo è affidata ad un linguaggio formale semplice ed immediato mirato all’essenza della forma. Questo modo di operare si lega a un concetto di modernità che rivela stretti legami culturali e ideali con le forme dell’architettura cristiana primitiva.
Con il secondo stralcio, eseguito nel 2009, si è completato il restauro della chiesa mettendo mano all’unica copertura rimasta da revisionare durante il precedente intervento.
Con tale intervento infatti si sono consolidate le strutture lignee ed il controsoffitto della cupola e soprattutto si è sostituito il vecchio manto di copertura in lastre di rame con lastre il zinco-titanio, materiale moderno ed innovativo e di gradevole effetto estetico.
Ed inoltre è stato eseguito il restauro, strettamente conservativo, dei paramenti e pietre del campanile, eseguendo delle opere di bonifica e risanamento delle strutture murarie dall’umidità. Si è anche proceduto a sostituire la struttura di sostegno delle campane per diminuire l’azione dell’oscillazione della campane sulla canna muraria.